Com’è noto la Francia con Parigi è stato tra i paesi più innovativi in assoluto per quanto concerne l’arte almeno fino agli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. In questo articolo dedicato agli artisti francesi “controcorrente” sono stati selezionati alcuni protagonisti di Dada (movimento internazionale d’avanguardia di inizio ‘900) insieme a diverse figure di primo piano di quel fenomeno, tra l’altro imparentato al dadaismo, noto come Nouveau Réalisme (corrente artistica degli anni ’60 fondata dal critico Pierre Restany).
Arman: l’artista che creava opere d’arte assemblando oggetti di uso comune…
Armand Pierre Fernandez, noto a livello internazionale semplicemente come Arman, è un pittore e scultore francese nato a Nizza il 17 novembre del 1928 e scomparso a New York il 22 ottobre del 2005. Ascrivibile al movimento artistico d’avanguardia del Nouveau Réalisme quella di Arman è un’arte caratterizzata dall’utilizzo di oggetti comuni all’interno dell’opera, un po’ come si usava in movimenti imparentati come quello dadaista e new dada. L’artista era infatti solito inserire nelle sue tele strumenti musicali infranti oppure creare vere e proprie accumulazioni di oggetti con scarpe, monete, orologi, pennelli, tubetti di colore e quant’altro.
Christo e Jeanne-Claude: la coppia di artisti celebre nel mondo per i suoi “imballaggi”…
Christo e Jeanne-Claude è il progetto artistico comune dell’artista di origini bulgare Christo Javašev (Gabrovo, 13 giugno 1935 – New York, 31 maggio 2020) e della francese Jeanne-Claude Denat de Guillebon (Casablanca, 13 giugno 1935 – New York, 18 novembre 2009). I due, uniti oltre che nell’arte anche nella vita (erano addirittura nati nello stesso giorno), si incontrano alla fine degli anni ’50 a Parigi. Dopo qualche anno, nel 1964, la coppia si trasferisce negli Stati Uniti dove comincia a realizzare dei progetti d’arte che consistono nel “imballare” monumenti ed edifici, come il Reichstag di Berlino, o stendere lunghi teli in luoghi naturali come sul Lago d’Iseo in Italia (il fine dell’intervento creativo era quello di “plasmare”, anche se in modo provvisorio, un luogo della cultura o della natura).
Daniel Buren: l’artista che con le sue “strisce” ha invaso spazi pubblici e musei in giro per il mondo…
Daniel Buren è un artista francese originario della città di Boulogne-Billancourt dove è nato il 25 marzo del 1938. L’artista negli anni ’80 ha abbandonato la pittura a favore di installazioni site-specific realizzate prevalentemente all’interno di spazi pubblici. Di fatto il lavoro di Buren non potrebbe esistere al di fuori dei luoghi per il quale è stato concepito (motivo per cui parte della sua opera è andata persa dopo la presentazione). Il marchio di fabbrica dell’artista è una stoffa da tende a righe dove ogni banda (bianca o colorata) è larga 8,7 cm. Con queste “bandes” l’artista realizza i suoi interventi installativi. L’intento di Daniel Buren è sottolineare il fatto che il contesto fisico contribuisce nel definire l’opera d’arte.
Fernand Léger: il pittore le cui figure plastiche e vigorose nascono come elogio dell’era moderna..
Fernand Léger è un pittore francese nato a Argentan il 4 febbraio del 1881 e scomparso a Gif-sur-Yvette il 17 agosto del 1955. L’artista oltre che un pittore è stato decoratore, ceramista, scultore, disegnatore, illustratore, costumista e scenografo. Léger è celebre per le sue grandi composizioni figurative realizzate sotto l’influenza dell’arte cubista di Georges Braque e Pablo Picasso. La pittura dell’artista è ispirata all’assunto che i tempi moderni sono segnati dal “contrasto”. Nelle sue opere infatti i contrasti generano vigorosi ritmi dinamici resi tramite l’uso deciso di linee, volumi e colori. Léger amava definirsi un “costruttore” il cui obiettivo “non è realizzare un motore che funzioni, ma un qualcosa che obbedisca a leggi plastiche ed estetiche moderne”.
Francis Picabia: il pittore prima cubista e poi astrattista che si è via via radicalizzato votandosi al dada…
Francis Picabia è stato un pittore e scrittore francese nato a Parigi il 22 gennaio del 1879 e scomparso, sempre nella capitale francese, il 30 novembre del 1953. Dopo le prime esperienze come pittore sotto l’influenza di movimenti come impressionismo, cubismo (Section d’Or) ed astrattismo, nel 1911 Picabia incontra e diventa amico dell’artista Marcel Duchamp. Da questo momento in poi le idee di Picabia, anche grazie all’influenza di Duchamp, si fanno via via più radicali tanto che la sua opera viene sempre più accostata al movimento artistico d’avanguardia del dadaismo. L’artista si lascia coinvolgere a tal punto dallo spirito dadaista da divenire, in poco tempo, uno dei membri più aggressivi e nichilisti del noto movimento avanguardista.
Hans Jean Arp: l’artista che ha fatto da trait d’union tra dadaismo e surrealismo…
Hans Jean Arp è uno scultore, pittore e poeta francese originario di Strasburgo dove è nato il 16 settembre del 1887 da madre alsaziana e padre tedesco. Per tutta la vita l’artista utilizzò due nomi: quello tedesco di Hans e quello francese di Jean, alternandoli in base alle circostanze. Arp è celebre più che altro per le sue sculture dalle forme sintetiche e vagamente “organiche”, ma anche per i suoi collages e per i papiers déchirés (frammenti di materiali vari uniti insieme). La ricerca dell’artista in realtà è sempre stata ricca di complessità al punto che Arp ha rappresentato, per molti storici, un trait d’union tra il movimento del dadaismo e quello successivo del surrealismo. Jean Arp è morto a Basilea il 7 giugno del 1966.
Marcel Duchamp: l’artista che meglio di ogni altro incarna il mito dell’avanguardista duro e puro…
Marcel Duchamp (Blainville-Crevon, 28 luglio 1887 – Neuilly-sur-Seine, 2 ottobre 1968) è stato uno degli artisti più influenti e radicali di tutto il ventesimo secolo. Animatore instancabile quanto sofisticato del movimento artistico di rottura del dadaismo, Duchamp è famoso soprattutto per opere come Fontana (un comune orinatoio firmato “R. Mutt”) e L.H.O.O.Q. (una riproduzione della Gioconda di Leonardo alla quale sono stati aggiunti provocatoriamente dei baffi e un pizzetto). Se si parla di Duchamp comunque non si può non menzionare quella che lui stesso considerava la sua opera più importante: La sposa messa a nudo dai suoi scapoli – Il Grande Vetro. Un’opera che si compone di due lastre di vetro disposte l’una sull’altra, sulle quali sono raffigurati diversi elementi e figure che rappresentano, nell’insieme, un amore impossibile fra una sposa e il suo corteggiatore.
Martial Raysse: il pittore noto per la sua “Hygiéne de la Vision” e per i ritratti femminili…
Martial Raysse è un artista francese originario del piccolo centro di Golfe-Juan dove è nato il 12 febbraio del 1936. Giovanissimo si accosta all’arte nel periodo del Nouveau Realisme (movimento artistico d’avanguardia degli anni ’60) stringendo rapporti di amicizia con artisti come Ben Vautier, Arman e César Baldaccini. In quegli anni Raysse compone grandi assemblaggi, incorporando gli oggetti della società dei consumi: utensili da cucina, prodotti industriali, giocattoli, piccoli oggetti di plastica ecc.. Tra il 1959 e il 1968 l’artista elabora la teoria di “un mondo nuovo asettico e puro”, che battezza Hygiéne de la Vision, una sorta di apologia della nuova società dei consumi. Dopo questa prima fase sperimentale Martial Raysse ripiegherà su di una pittura dai tratti intimisti e pop.
Niki de Saint Phalle: la scultrice famosa per le opulente e colorate figure femminili chiamate “Nanas”…
Niki de Saint Phalle, nome d’arte di Catherine Marie-Agnès de Saint Phalle, è una scultrice e pittrice francese nata a Neuilly sur Seine il 29 ottobre 1930 e scomparsa a San Diego il 21 maggio del 2002. Negli anni 60′ l’artista diviene celebre grazie ai Tiri: una serie di azioni durante le quali il pubblico o l’artista stessa sparano con la carabina su dei rilievi di gesso, facendo esplodere sacchetti di colore. Qualche tempo dopo Niki inizia a lavorare sulla figura femminile realizzando delle grandi sculture, coloratissime e formose: sono le Nanas, sculture che si faranno via via sempre più grandi e opulente. Nel frattempo la scultrice si avvicina al movimento dei Nouveaux Réalistes dove conosce l’artista Jean Tinguely. I due, che andranno a vivere insieme, daranno vita ad un sodalizio artistico estremamente fecondo.
Yves Klein: l’artista che ha fatto del concetto di “vuoto” una vera e propria religione estetica…
Yves Klein è stato uno degli artisti più influenti e radicali nella Parigi a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Figlio d’arte, entrambi i genitori erano dei pittori, Yves Klein nasce a Nizza il 28 aprile del 1928. Dopo aver girovagato in Europa e Giappone, nel 1955 l’artista si stabilisce a Parigi (dove morirà nel 1962). Nella capitale francese Klein inizia ad esporre i suoi famosi dipinti monocromi, tavole nelle quali l’artista utilizza i singoli pigmenti puri a cominciare dal suo International Klein Blue. Tutta l’arte di Klein in realtà è stata una sorta di meditazione intorno al concetto di vuoto: “i dipinti non avevano immagini, i libri erano senza parole, la musica era una sola nota senza composizioni”. Anche le sue famose Antropometrie erano semplici impronte di corpi passati (in queste opere le modelle si “intingevano” nel colore per poi stendersi sulla tela lasciando così una traccia del loro passaggio).