Tokyo Street Style: le tendenze giovanili più alternative, bizzarre e colorate del pianeta…

Decora, Sweet Lolita, Ganguro, Cyber goth, Cosplay, piercing, lenti colorate e lingue biforcute… lo street style giapponese nativo del quartiere di Harajuku (Tokyo) e famoso in tutto il mondo!

 

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Animegao Kigurumi: maschere da cosplayer.

Animegao kigurumi, conosciuto anche semplicemente come kigurumi o kigu, è un particolare tipo di cosplay che rappresenta personaggi di anime e cartoni animati.  Utilizzato inizialmente negli spettacoli teatrali, il concetto di animegao kigurumi fu poi adottato successivamente dai cosplayer, che tramite l’utilizzo di elaborate maschere stilizzate potevano cosi avvicinarsi con un certo grado di verosimiglianza al personaggio di riferimento (alla maschera in genere si abbina anche un costume).

 

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Bagel head: la ciambella sulla fronte.

Il Bagel head (“testa a ciambella”) è una forma temporanea di modificazione corporea praticata soprattutto nell’ambito del body piercing. Sostanzialmente si tratta dell’iniezione sottocutanea di una soluzione salina di solito in corrispondenza della fronte. L’infiammazione causata dalla sostanza inoculata provoca un gonfiore che viene modellato per ottenere una forma molto simile ad una ciambella. L’effetto dura circa 24 ore, periodo dopo il quale la soluzione viene assorbita dal corpo e il turgore svanisce.

 

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Bosozoku: motociclisti di strada.

Bosozoku (“tribù delle corse fuori controllo”) è una subcultura giovanile giapponese che ha visto il suo momento di massimo splendore a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Sostanzialmente si tratta di bande di ragazzi dallo spirito ribelle che amano scorrazzare tra le strade delle periferie dei grandi centri urbani a bordo di motociclette personalizzate. I Bosozoku sono riconoscibili anche per via del loro abbigliamento che prevede hachimaki (fasce sulla fronte), patch con la bandiera imperiale giapponese, giacche militari o in pelle nera, pantaloni larghi e stivali alti.

 

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Bunny Style: la moda coniglietto.

La moda Bunny (“coniglietto”) è una particolare tendenza diffusa tra le teenager giapponesi residenti nei grandi centri urbani come Tokyo, Osaka ecc.. Si tratta sostanzialmente di uno stile dai tratti infantili che si caratterizza soprattutto per via dell’uso di finte orecchie da coniglietto e di pupazzetti in peluche (spesso coniglietti a loro volta) da portare in mano o a tracolla.

 

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Cosplay: l’arte del travestimento.

Il Cosplay (“costume” + “play”) è la pratica di indossare un costume che rappresenti un determinato personaggio del mondo degli anime, dei manga, dei videogame, della tv o del cinema, e imitarne il modo di fare. Si tratta di una usanza molto in voga tra gli adolescenti giapponesi diffusa anche in altre parti del mondo (Stati Uniti, Europa, Canada ecc..). Il cosplay può essere considerato per ceri aspetti una vera e propria arte del travestimento, al punto che alcuni cosplayer professionisti sono popolari come delle star.

 

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Cult Party kei: la moda ispirata ad una storica boutique di Harajuku.

Il termine Cult Party kei deriva dal nome di una famosa boutique di Harajuku (quartiere di Tokyo) che si chiamava appunto “Cult Party”. Sostanzialmente la moda Cult Party kei si basa sulla stratificazione di tessuti e accessori per ottenere una silhouette sovraccarica. Lo stile mescola elementi vintage con elementi pop e fa largo uso del bianco e delle tinte pastello. Le ragazze che seguono questa tendenza amano molto indossare camicie da notte ricamate, pigiami oversize, accessori decorativi come conchiglie e fiori secchi, grandi sciarpe di lana e borse di peluche.

 

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Cute monster: la moda dei “mostri carini”.

Cute monster (“mostro carino”) è una tendenza d’ispirazione prevalentemente pop diffusa in Giappone soprattutto tra i giovanissimi. I Cute monster amano le felpe colorate dalle grafiche stilizzate, i ciucci, le spille, le divise da scolaretto, il trucco a base di fondotinta bianco, i capelli con la coda ecc..

 

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Cybergoth: i punk metropolitani nati in seno ai rave party.

Il Cybergoth è una subcultura giovanile nata a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 nel nord Europa e diffusasi nel giro di pochi anni in altre parti del mondo (Giappone incluso). A differenza dei goth tradizionali, che amano il rock, i Cybergoth ascoltano principalmente musica elettronica e techno. Il look tipico del Cybergoth mescola tra loro elementi goth (indumenti in pelle nera, borchie ecc..) con elementi derivanti dal fenomeno rave party (estensioni dei capelli dalle tinte accese, capi realizzati con materiali riflettenti e PVC, reti indossate su magliette e tutine dai colori al neon, piercing, occhialoni e maschere anti gas).

 

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Cyber pop: la variante pop e colorata del Cybergoth.

Il Cyber pop è una tendenza relativamente recente diffusasi tra i giovani giapponesi residenti nelle grandi aree urbane. Sostanzialmente si tratta di una moda simile in tutto e per tutto al Cybergoth tranne che per due caratteristiche: i Cyber pop prediligono l’utilizzo dei colori fluo (rosa shocking, verde pisello, blu elettrico, giallo limone ecc..) rispetto al nero e amano ballare il pop elettronico piuttosto che la più martellante techno music.

 

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Cyclops: le maschere con un grande occhio al centro.

I cyclops (“maschera da Ciclope”) è una particolare tendenza del cosplay giapponese che consiste nell’indossare delle speciali maschere con un occhio solo al centro (questo grande occhio in realtà permette a chi indossa la maschera di vedere al di là come attraverso la lente di un banale occhiale neutro). Le maschere, vagamente ispirate alle figure della mitologia greca, i Ciclopi appunto, o a personaggi manga, si accompagnano spesso all’uso di parrucche e costumi a tema.

 

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Dark gothic: le ragazze in pizzo nero che si ispirano al goth.

Il Dark gothic è uno stile estetico che si ispira al movimento gotico (insieme di sottoculture diffuse negli anni ’80 e ’90 soprattutto in Inghilterra e in alcuni paesi del nord Europa e di lì arrivate in Giappone). La moda goth si caratterizza principalmente per l’utilizzo del colore nero. Le ragazze che si ispirano a questa tendenza amano i bustini in pelle, le gonne di pizzo, le giacche, le scarpe, le camicie, il rossetto, i capelli e lo smalto per le unghie rigorosamente neri. Talvolta, in abbinamento al nero, si usa il colore bordeaux, il grigio, il verde o il bianco.

 

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Decora: lo stile ad “albero di Natale” che è diventato un brand.

Lo stile Decora è nato negli anni ’90 in Giappone ed è subito diventato una delle mode più riconoscibili dello street style con gli occhi a mandorla. Le ragazze Decora indossano (spesso una sopra l’altra) magliette, felpe con cappuccio, gonne tutù, calzettoni, scaldamuscoli e scaldamani di colore rosa scuro, rosa baby, rosso vivo, blu elettrico e giallo. A caratterizzare lo stile Decora è senz’altro l’utilizzo massiccio di accessori dall’effetto iper decorativo (da qui l’appellativo “ad albero di Natale”) come spille, borsette a forma di pupazzi, cerchietti, peluche, fermagli, collanine e braccialetti. Dello stile Decora esistono diverse varianti, il Pink Decora (la più diffusa), il Dark Decora e il Decololi (simile allo stile “Lolita”).

 

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Dolly kei: le ragazze dal look “medioevale”.

Dolly kei è uno stile dall’impronta retro ispirato al Medioevo e a certe fiabe europee, in particolare quelle dei fratelli Grimm e di Hans Christian Andersen. Le ragazze “Dolly kei” amano indossare capi d’abbigliamento in stile vintage e fare sfoggio di strani copricapi in pizzo, camicie e guanti con merletti, gonne di velluto, collane ed orecchini con simboli religiosi, borsette e scarpe di pelle.

 

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Emo: i ragazzi dalla frangia asimmetrica e con i jeans attillati.

Emo è una subcultura che nasce all’interno della scena post punk e che gravita intorno all’omonimo genere musicale (detto anche Emo-core). I ragazzi Emo sono riconoscibili soprattutto per via della caratteristica frangia asimmetrica e per l’utilizzo della matita nera intorno agli occhi. I teenager che seguono questa moda indossano generalmente magliette con stampe, jeans aderenti, cinture con borchie colorate e scarpe da skater.

 

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Fairy Kei o Pastel goth: la moda dei colori pastello.

La moda Fairy Kei, detta anche Pastel goth, è uno stile che si caratterizza principalmente per l’utilizzo dei colori pastello. Le ragazze che si ispirano a questa tendenza indossano per lo più indumenti dal tessuto morbido ed ovattato nei colori lavanda, baby blue, rosa chiaro, verde menta e giallo pallido, ed accessori che si rifanno ai giocattoli più popolari negli anni ’80 e ’90 (Polly Pocket, My Little Pony, Fragolina Dolcecuore, Lady Lovely Locks, Barbie, Rainbow Brite, Popples, Wuzzles e Care Bears).

 

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Fetish Goth: il look che si ispira alla cultura BDSM.

Il Fetish Goth è un sottogenere dello stile gotico che si è imposto negli ultimi anni sulla scia del successo di certa cultura BDSM. Vagamente ispirato alla scena dark e new wave anni ’80 il Fetish Goth si caratterizza soprattutto per il tipo di abbigliamento. Le ragazze che amano questo look indossano giacchini e corsetti di pelle nera, girocolli, calze a rete, stivaloni alle ginocchia, pantaloni e minigonne in lattice (nero lucido), scarpe con i tacchi, mascherine e trucco d’ispirazione dark (rossetto, ombretto e smalto per le unghie neri o comunque scuri).

 

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Ganguro: le giapponesi con le facce abbronzate e le parrucche finte.

Ganguro (“faccia nera”) è un sottogenere della moda Gyaru ed è una delle espressione più tipiche e conosciute dello street style giapponese. Le ragazze Ganguro sono riconoscibili soprattutto per via della abbronzatura (cosa molto poco apprezzata dal giapponese medio) e per i capelli cotonati. La moda Ganguro ha decisamente un’impronta kitsch, queste ragazze infatti usano un trucco pesante, ciglia e parrucche finte, amano i vestiti dai colori cangianti e come se non bastasse indossano vistosi bracciali, orecchini, anelli, collane e zeppe.

 

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Geisha: il look con kimono, sandali e ombrelli in carta di riso.

La geisha si sa è una delle espressioni più tipiche ed universalmente note del Giappone tradizionale. Le geishe in un certo qual senso erano, o meglio sono visto che esistono tutt’oggi anche se in numero limitato, delle vere artiste in grado di intrattenere gli ospiti con musica, canti e danza. Gli abiti tradizionali delle geishe non potevano quindi non influenzare anche lo street style giapponese contemporaneo. Molte ragazze infatti amano ancora oggi indossare il kimono, i sandali e i tipici ombrellini in carta di riso semmai contaminando il tutto con elementi più moderni e contemporanei (bracciali, ciondoli, maglie pop, sneakers ecc..).

 

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Gothic Lolita: il look darkomane che ama pipistrelli, bare, ragni e crocifissi.

Il Gothic Lolita è una subcultura giovanile nata in Giappone alla fine degli anni ‘90 e fortemente influenzata dallo stile gotico orientale e dagli stili vittoriano e rococò. Le ragazze Gothic Lolita utilizzano un trucco solitamente scuro con tanto di ombretto nero e rossetto bordeaux. Le acconciature sono spesso elaborate mentre i vestiti fanno un largo impiego anch’essi del colore nero insieme al bianco, all’oro e al rosa antico. La tipica Gothic Lolita indossa una gonna al ginocchio a forma di cupcake con sottovesti di pizzo e calze alte, corsetti, copricapi, mini corone e parasole in stile vittoriano, borsette e accessori a forma di pipistrello, bara, ragno o crocifisso.

 

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Gray Style: lo stile monotinta dei giovani giapponesi alla moda.

Una delle ultime tendenze che hanno preso piede tra i giovani giapponesi dei quartieri più alla moda di Tokyo è il Gray Style. Come si deduce facilmente dal nome di questo look i ragazzi che lo utilizzano amano vestirsi da capo a piedi totalmente di grigio giocando sulle infinite sfumature che questo particolare colore può offrire (si va infatti dal grigio tenue a quello molto scuro simile al nero).

 

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Gyaru: le ragazze con i parrucconi in stile anni ’60.

Gyaru, spesso confuso con lo stile Ganguro che è in realtà un suo sottogenere, è una moda di strada diffusa tra i teenager giapponesi già a partire dagli anni ’80 e che in tempi relativamente recenti ha visto un vero e proprio revival. Il Gyaru si basa sostanzialmente sul “girly-glam” di matrice occidentale. Caratteristiche di questo stile sono l’utilizzo di appariscenti parrucche, ciglia ed unghie finte, cappotti con colli di pelliccia, borse e scarpe di pelle griffate, fiori finti, fiocchi e fiocchettini vari.

 

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Halloween in salsa giapponese con tanto di cagnolini travestiti da zucche!

Un po’ come accade in Italia anche in Giappone, soprattutto nei grandi centri urbani, si festeggia la festa di Halloween. Anche i giapponesi quindi hanno importato questa festività dagli USA e l’hanno trasformata in una buona occasione per stare con gli amici e fare un po’ di sano consumismo. Ma i giapponesi si sa amano i travestimenti e anche in questa occasione non deludono. Girando durante la notte di Halloween per le vie del centro di Tokyo infatti, oltre alle persone travestite nei modi più “orripilanti”, si possono vedere addirittura cagnolini con indosso costumi da streghe e mostri di vario genere oppure travestiti da zucche!

 

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Hippie giapponesi ovvero “figli dei fiori” in versione fashion.

Negli ultimi anni si assiste tra i giovani giapponesi ad un rinnovato interesse per alcuni aspetti della cultura hippie occidentale degli anni ’60. In realtà ad attrarre dei “figli dei fiori” non è tanto il mito del sesso libero, delle droghe allucinogene e della fantasia al potere, quanto piuttosto il modo di vestire. Ecco allora che in quartieri come Harajuku ci si può imbattere in ragazzi e ragazze del posto che indossano jeans a zampa d’elefante, pantaloni palazzo sopra l’ombelico, crop top, camicie e camicette dallo stile orientaleggiante o floreale, zeppe, occhialini tondi stile John Lennon, borse di pelle con le frange ecc..

 

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J-Horror e Vamps style: il gusto dell’orripilante al potere.

I giapponesi si sa in ambito splatter ed horror hanno poco da invidiare a noi occidentali. Soprattutto in ambito cinematografico il J-Horror (“Japanese Horror”) è una corrente nota, almeno tra gli appassionati del genere, a livello internazionale. Ma i giapponesi amano anche molto i costumi ed i travestimenti, ecco allora che, soprattutto in occasione di determinate feste (Halloween in primis), i ragazzi passano ore e ore a truccarsi e vestirsi in modo tale da risultare il più orripilanti possibile (in Giappone questa pratica è chiamata anche “Vamps style”).

 

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Kawaii: l’universo pop e colorato dei giovani cresciuti ad anime e manga.

Kawaii (“carino”) è un termine coniato nei primi anni ’80 per fare riferimento a tutta una serie di personaggi di manga, anime e videogiochi giapponesi. Sempre in quegli stessi anni ha cominciato a prendere piede tra i teenager del Sol levante una vera e propria subcultura fatta di modi di vestire ispirati appunto al Kawaii. Basta, ancora oggi, girare per i quartieri più trendy di Tokyo per vedere giovani vestiti nei modi più pop e colorati. Spazio quindi alle giacche acriliche dalle tinte fluo, alle t-shirt e alle felpe stampate con i protagonisti dell’universo manga, alle estensioni per capelli dai colori accesi, ai ciucci, ai ciondoli e ai braccialetti di plastica colorata.

 

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Kigurumi: i giovani con gli occhi a mandorla travestiti da peluche.

Kigurumi  (“travestirsi da peluche”) è una tendenza giovanile in voga soprattutto a Tokyo e in altri grandi centri metropolitani giapponesi. Diffusasi diversi anni fa sulla scia del successo dei cosiddetti “pigiama party” il Kigurumi consiste sostanzialmente nell’indossare dei morbidi e coloratissimi pigiami invernali in abbinamento a semplici t-shirt, felpe e sneakers. Questi pigiami in genere sono di due o tre taglie più grandi del necessario, hanno dei bottoni sul davanti e un grosso cappuccio. I pigiami più gettonati sono quelli da coniglietto, da rana, da orsacchiotto e da tigrotto.

 

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Kimono style: quando la tradizione non passa mai di moda.

Il kimono com’è noto è un indumento tradizionale giapponese, non tutti però sono al corrente del fatto che il kimono è anche il costume nazionale del Paese del Sol levante. Non c’è da stupirsi quindi se il kimono è tutt’oggi utilizzato da uomini e donne giapponesi in occasione di ricorrenze speciali (feste di laurea, matrimoni ecc..). Molte ragazze però amano indossare il kimono anche solo per fare un giro in città, semmai contaminando il look tradizionale con una serie di accorgimenti come l’utilizzo di una borsa di design al posto del tipico cestino oppure il calzare scarpe con i tacchi piuttosto che i classici zoccoli.

 

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Kogal: la moda delle adolescenti con l’uniforme scolastica.

Il kogal è un sottogenere della moda Gyaru. In realtà questo stile ha avuto un vero e proprio boom tra le adolescenti giapponesi a cavallo tra gli anni ’90 e 2000 per poi allentare progressivamente la sua presa a vantaggio di altri trend all’epoca considerati più moderni ed accattivanti. Le ragazze kogal indossano quasi sempre un’uniforme scolastica con la gonna accorciata rispetto lo standard, calzini oversize, sciarpe di lana, fiocco in testa e zainetto a tracolla.

 

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Lenti colorate: le lenti neutre abbinate alla tinta dei capelli.

Una delle mode più diffuse tra i giovani giapponesi che amano farsi vedere per le vie di Tokyo più trendy e vivaci è quella di indossare delle lenti colorate in modo da cambiare tonalità all’iride dei propri occhi. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di lenti neutre, lenti ottiche quindi che non apportano alcun beneficio particolare alla vista. Una scelta estetica che travalica anche il tipo di moda o tendenza che si segue (le lenti colorate in genere vengono abbinate al colore di un capo d’abbigliamento o a quello dei capelli oppure utilizzate per enfatizzare un aspetto del proprio look come nel caso dei Cybergoth).

 

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Lingua biforcuta… la pericolosa moda dei fan della body modification!

Una delle “mode” più sinistre e discusse che si stanno facendo largo tra i giovani giapponesi appassionati di body modification e body piercing estremo è quella della lingua biforcuta. Tramite un intervento chirurgico infatti la lingua può essere divisa a metà, almeno nel suo tratto iniziale, così da assomigliare un po’ alla lingua di un rettile. Questa pratica sembra ormai relativamente diffusa (non solo in Giappone) malgrado i diversi allarmi lanciati da esperti e medici di tutto il mondo sui rischi che una tale operazione comporta (danni neurologici, infezioni, possibili problemi di respirazione e deglutizione).

 

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Metallari giapponesi: l’heavy metal con gli occhi a mandorla.

Anche in Giappone, cosi come capita in Occidente, i fan della musica heavy metal amano vestirsi ed acconciarsi in modo tale cosi da esprimere tutto lo spirito anarchico ed anti conformista implicito in questo particolare sottogenere della musica rock. Spazio quindi alle giacche con le toppe, ai giubbotti in denim, ai jeans strappati, ai capelli lunghi, alle t-shirt stampate, agli stivali di pelle, alle cinture con le borchie, ai collari e ai braccialetti a spillo.

 

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Mori Kei: le ragazze con le trecce che vestono solo al naturale.

La moda Mori (“foresta”) è una tendenza in auge tra le teenager giapponesi ormai già da diverso tempo. In sostanza si tratta di vestirsi utilizzando colori e materiali dall’effetto più naturale possibile. Spazio quindi ad un abbigliamento a strati con tessuti come lino, lana e cotone. Molto in voga anche maglioni e giacche in cardigan meglio ancora se in tinte tenui come crema, panna e beige. Insieme all’abbigliamento le ragazze che seguono questa tendenza curano molto anche le acconciature (frangette e trecce le più gettonate).

 

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Occhio bendato: il look “post cataratta” amato dalle quattordicenni.

Tra le teenager giapponesi una delle mode più diffuse, soprattutto quando nel weekend si prendono d’assalto con le amiche le vie più alla moda di metropoli come Tokyo, è quella di bendarsi un occhio. Questa insolita pratica in realtà ha poco a che fare con il corrispettivo occidentale, le bende utilizzate dai giovani del Sol levante infatti non sono quelle nere da “pirata” bensì quelle medicali che vanno indossate dopo un intervento agli occhi (ad esempio dopo il classico intervento per rimuovere una cataratta).

 

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Oshare kei: uno dei look contemporanei più in auge e di tendenza.

Lanciato da diversi idoli di J-pop (musica pop giapponese) l’Oshare kei è una delle tendenze più in auge tra i giovani giapponesi alla moda. Sostanzialmente l’Oshare kei è un sottogenere del Visual kei, si differenzia però da quest’ultimo per via di una serie di accorgimenti (trucco più tenue e concentrato sul contorno occhi, maggiore utilizzo del colore nel vestire, acconciature meno appariscenti). I ragazzi che seguono questa tendenza amano un tipo di abbigliamento ricercato che contamina materiali e stili differenti (si va infatti dal punk al classico, dal baroccheggiante al minimalista, dal dandy al casual).

 

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Pastel Goth: pipistrelli, spille e croci gotiche abbinate a tinte pastello e motivi floreali.

Il Pastel Goth è una tendenza nata sui social nel 2012 che si è affermata abbastanza velocemente sia negli Usa, cosi come in Europa e in Giappone. In sostanza si tratta di prendere elementi del Dark gothic e contaminarli con le tinte pastello e le decorazioni floreali. Le ragazze “Pastel Goth” infatti indossano collane con ciondolo a croce, braccialetti a spillo, collari di pelle, spillette a forma di bara o pipistrello, il tutto sopra vestiti dallo stile delicato (camicette con motivi floreali, scialle di pizzo, cappottini color crema ecc..).

 

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Piercing Demonia: il look con freccette e spuntoni.

Il piercing, o body piercing (“perforare il corpo”), è una pratica estremamente diffusa tra i giovani che consiste nel forare alcune parti superficiali del corpo in modo tale da introdurvi oggetti in metallo o altro materiale a scopo puramente ornamentale. Il Piercing in realtà ha origini antichissime che risalgono addirittura alla preistoria, ma è solo in tempi recenti (a partire dagli anni ’70) che questa pratica ha preso piede nel mondo occidentale, e di qui in Giappone, sulla scia della moda punk e BDSM. Ultimamente nel Sol levante si è diffuso un tipo di piercing più acuminato chiamato “Demonia”.

 

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Piercing linguale multiplo o “tongue piercing” : la lingua a spilli!

Il piercing si sa è una pratica amata da giovani e giovanissimi che consiste nel forare alcune parti del corpo come orecchie, naso, labbro, lingua, capezzolo, ombelico fino ai genitali. Tra i teenager giapponesi si è fatta strada negli ultimi anni la moda del “tongue piercing” multiplo, in altre parole si creano una serie di fori sulla lingua per poi inserire al loro interno altrettante spillette. Questa tendenza però è stata fortemente contestata dai medici che hanno allertato i giovani sulle possibili gravi conseguenze che una pratica di questo genere può avere sul medio e lungo termine.

 

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Pink hair: la moda dei capelli rosa.

Tra i giovanissimi che gravitano tutti i sabati pomeriggio nel quartiere di Harayuku a Tokyo, una delle zone più vivaci della città famosa soprattutto per il suo colorato “street style”, è un pullulare di capelli tinti dal rosa shocking al rosso fiamma. Pare infatti che tra i giovani habitué del posto, provenienti in realtà da ogni dove, l’ultima moda sia quella di tingersi i capelli oppure di indossare vere e proprie parrucche dai colori vivaci ed appariscenti. L’importante ai fini del look è richiamare il ciuffo colorato con uno dei capi o accessori che si hanno indosso.

 

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Punk con gli occhi a mandorla… il punk in versione pop!

Il Punk è una subcultura giovanile nata nel mondo anglosassone negli anni ’70. Il termine, che si potrebbe tradurre in “da due soldi”, ha preso origine dall’omonimo movimento musicale, il punk rock, una musica ribelle e diretta dalla vena antisociale ed anarcoide (Ramones, Sex Pistols, The Clash ecc..). In breve tempo il movimento punk si è internazionalizzato al punto da arrivare anche nelle grandi metropoli giapponesi. Qui i punk locali si ispirano direttamente a quelli occidentali (cerniere, catene, borchie, piercing, stivali, chiodo ecc…) anche se sembrano essere più colorati e carichi di accessori rispetto il loro corrispettivo europeo o americano.

 

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School Girls: lo stile da scolaretta che nasce dalla moda kogal.

Le School Girls sono ragazze che inseguono un look da scolaretta un po’ sulla scia della moda Kogal. Sostanzialmente lo stile “School Girls” si basa, proprio come il Kogal, sull’uniforme scolastica ma lo fa in modo più dinamico ed accessoriato rispetto il suo fratello maggiore. Spazio quindi ai gettonatissimi occhiali da “secchiona”, alle tute da ginnastica e alle sneakers abbinate alla più classiche e sobrie uniformi scolastiche e alle cravatte a tinta unita.

 

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Shironuri: le ragazze dipinte di bianco.

Lo Shironuri (“dipinta di bianco”) è una moda che consiste nel coprire il viso e ogni parte del corpo scoperta con del cerone bianco, come quello utilizzato dalle geishe e dagli attori del teatro Kabuki. A differenza di altre mode e tendenze giovanili giapponesi lo Shironuri non ha regole fisse da seguire per quanto concerne l’abbigliamento e la scelta degli accessori. Va anche detto però che le ragazze che utilizzano questo look si vestono ispirandosi soprattutto ad elementi della tradizione come il kimono, la hakama (una sorta di gonna-pantalone a pieghe) oppure a sontuosi abiti in stile vittoriano.

 

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Steampunk: la moda che mescola il futuristico con le macchine a vapore.

Lo Steampunk è un filone della narrativa fantastica caratterizzato soprattutto dall’utilizzo di tecnologie anacronistiche (ad es. le macchine a vapore) all’interno di ambientazioni storiche o futuristiche. Col tempo lo Steampunk è diventato talmente popolare da trasformarsi in una vera e propria subcultura ispirata al goth e al punk. E’ nata così anche una “moda steampunk” dove si mescolano elementi presi dal punk vero e proprio e dal dark gothic con altri più scenografici ed evocativi (occhialoni da pilota primo ‘900, stivali con fibbie, busti e corsetti, gonne in stile vittoriano, cappelli a cilindro, accessori tardo ottocenteschi ecc..).

 

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Sukeban: le ragazze con la mazza da baseball.

Sukeban è un termine giapponese che si riferisce alle gang femminili che furoreggiavano nelle periferie metropolitane nipponiche degli anni ’70. Dedite alla violenza, alla prostituzione e al furto le Sukeban erano in massima parte ragazze emarginate che si riunivano in bande vere e proprie spesso in guerra tra loro. Il look delle Sukeban è caratterizzato da acconciature con lunghe code oppure da capelli colorati o con la permanente, il vestiario in genere è rappresentato dalla classica uniforme scolastica giapponese, nota anche come “fuku alla marinara”, portata però in modo alternativo (allungata fino alle caviglie oppure abbinata a calzettoni colorati).

 

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Sweet Lolita: le ragazze bambola che si ispirano a Hello Kitty.

Lo Sweet Lolita è, insieme al Gothic Lolita, il sottogenere più popolare del “Lolita style”. Diffuso ed apprezzato dalle teenager il look Sweet Lolita si caratterizza per uno stile infantile, quasi fiabesco. Non è un caso infatti se le ragazze che seguono questa tendenza si ispirino, nel vestire, all’abbigliamento per bambini di epoca vittoriana, oppure a personaggi immaginari come Alice nel paese delle meraviglie, o ancora a idoli del consumismo pop come Hello Kitty e Rilakkuma. Le “Sweet Lolita” amano le tinte pastello (soprattutto il rosa tenue), le borsette colorate, i capelli infiocchettati, i parasole decorati, gli animali di pezza e i peluche.

 

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Tatuaggi Manga: la moda dei tatuaggi a fumetti.

Il Tattoo (“tatuaggio”) è una tecnica di decorazione pittorica di origini antichissime. Sostanzialmente si tratta di eseguire sulla pelle, tramite appositi strumenti, delle punture con l’introduzione di sostanze coloranti. Il tatuaggio può avere una valenza simbolica oppure essere meramente decorativo. A questa seconda categoria appartiene una tendenza che si è andata diffondendo negli ultimi anni in Giappone, la moda dei tatuaggi-manga (tatuaggi che rappresentano idoli dei manga giapponesi come Dragon Ball, Ranma ½ o Ken il Guerriero).

 

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Underground: la moda informale dall’impronta urbana e metropolitana.

Il termine underground (cultura underground) definisce un ampio spettro di pratiche che mirano a porsi in antitesi alla cultura di massa o comunque dominante. Il termine fu utilizzato per la prima volta dall’artista francese Marcel Duchamp, in una famosa conferenza a Filadelfia nel 1961, nella quale dichiarò programmaticamente che l’arte doveva essere alternativa e quindi sotterranea (“will go underground”). Negli anni ’80 e ’90 l’underground si è trasformato in una subcultura vera e propria e come tale ha creato anche una sua moda dall’impronta informale e metropolitana (t-shirt, felpe, tute da ginnastica con cappuccio, jeans, sneakers, cappellini da baseball ecc..).

 

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Vintage cat: la passione tutta giapponese per gatti, maschere e costumi d’epoca.

Il gatto è probabilmente l’animale domestico più amato in assoluto dai giapponesi. Del gatto si apprezzano soprattutto le movenze e la natura indipendente. Del resto basta guardare anime e manga o i Cat café per rendersi conto della centralità che il gatto ha nella società giapponese. Era inevitabile quindi il nascere intorno a questo simpatico felino di un florido mercato, abbigliamento incluso. Ecco quindi una sfilza di maschere (spesso abbinate a costumi d’epoca), t-shirt, felpe e scarpe a tema gatto molto apprezzate dai giovani giapponesi. Oltre ai gatti sono gettonati anche le volpi e i conigli.

 

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Visual kei: lo stile che si ispira al glam rock occidentale.

Il Visual kei è uno stile nato a Tokyo nella seconda metà degli anni ’80. Questo look in realtà si è trasformato nel corso degli anni sotto l’influenza di una moltitudine di artisti e musicisti giapponesi (X Japan, Luna Sea, Versailles, The Gazette, Mejibray, Royz). Sostanzialmente il Visual kei si caratterizza per l’utilizzo di un trucco marcato (anche per gli uomini), per le acconciature insolite ed elaborate e per il vestire appariscente, simile per certi versi al glam rock e al glam metal occidentale.

 

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Yaeba: la famigerata moda del dente sporgente.

Negli ultimi anni si è diffusa tra le teenager giapponesi una moda alquanto discutibile, quella del dente Yaeba. E’ opinione diffusa infatti, tra i giovani del Sol levante, che i due denti canini (oppure uno solo di essi) lievemente più sporgenti rispetto agli altri, oltre a conferire un “fascino da vampiro”, regalerebbero un aspetto più giovanile ed accattivante. Il fenomeno in realtà è stato lanciato qualche anno addietro da un gruppo di J-Pop (musica pop giapponese) ed è cresciuto al punto che oggi esistono in Giappone numerosi studi dentistici che offrono questo genere di interventi in cambio di lauti compensi.

 

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Zentai: i costumi integrali e ultra aderenti in spandex, lycra o PVC.

Lo Zentai è la pratica di indossare un abito aderente che copre per intero il corpo (testa inclusa). Lo Zentai ha le sue origini nel teatro delle marionette tradizionale giapponese, qui infatti i burattinai erano soliti indossare una calzamaglia nera in modo da confondersi con lo sfondo scuro evitando così di attirare l’attenzione dei presenti durante lo spettacolo. L’abbigliamento Zentai è realizzato utilizzando materiali quali lycra, spandex, cotone, lana e fibre metalliche. A questi si sono aggiunti ultimamente, sulla scia di subculture come fetish e BDSM, anche il PVC e la gomma (pare infatti che questi materiali creino la sensazione di “seconda pelle” molto apprezzata in quei particolari contesti).

 

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