Cose pop cilene: dall’Isola di Pasqua con i suoi Moai alle Empanadas chilenas…

Il Cile è, sotto il profilo culturale, il risultato dello stratificarsi di una moltitudine di culture succedutesi nel tempo, a partire ovviamente da quelle più influenti come la precolombiana e il colonialismo per mano spagnola. Pertanto il paese si caratterizza per un’ampia varietà di tradizioni e costumi che possono differire, anche di molto, da regione a regione.

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Abito Huasa: l’abito femminile tradizionale usato per ballare la cueca…

L’abito Huasa, conosciuto anche come vestido de huasa, è il tradizionale abito femminile cileno. Questo indumento viene indossato principalmente per ballare la cueca, una danza tipica diffusa oltre che in Cile in diversi altri paesi del Sud America. L’abito ha un corpetto con maniche a balze e una gonna al ginocchio voluminosa e multistrato. Il vestito è stretto in vita da una fusciacca per evidenziare la figura del corpo. L’abito huasa è decorato con motivi floreali ed è disponibile in molti colori spesso assai vivaci. La gonna del vestito è la tipica gonna di origine spagnola indossata e diffusa un po’ in tutta l’America Latina.

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Chicha: la bevanda diffusa in tutto il Sudamerica che vanta 5000 anni di storia…

La chicha è la bevanda sudamericana per eccellenza, diffusa nel continente da più di cinquemila anni viene prodotta in numerosi paesi latini secondo la tecnica tradizionale, ereditata dai popoli precolombiani. Sostanzialmente la chicha è una bevanda leggermente alcolica ottenuta dalla fermentazione non distillata del mais o della manioca (pianta originaria del Sudamerica), ma anche di alcuni tipi di cereali e di frutta. Ed è proprio quest’ultima, la frutta, l’elemento privilegiato nelle ricette della chicha cilena, una variante della famosa bevanda specifica però della tradizione cilena.

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Cueca: il tipico ballo sudamericano che in Cile ha due varianti e festival dedicati…

La cueca è un ballo tradizionale molto popolare e praticato in alcuni paesi del Sudamerica come Argentina, Bolivia, Cile, Colombia e Perù. In Cile la cueca è presente a partire fin dai primi insediamenti spagnoli anche se è stata nominata “ballo ufficiale” solo nel 1979. La cueca cilena si divide in cueca del nord (in questa versione non c’è il canto ma solo l’accompagnamento musicale di tromba, basso, tuba e tamburo) e cueca di Chiloé (in questa variante i passi sono brevi e la voce ha un ruolo molto più importante di quello degli strumenti di accompagnamento). Nella città di San Bernardo in Cile si svolge, l’ultimo sabato di aprile, il festival Abril cuecas Mil. In questa occasione diversi gruppi musicali suonano mille cuecas una dopo l’altra in una maratona che dura più di 30 ore.

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Cumbia: il canto e ballo di origine colombiana praticato anche in Cile, Argentina e Perù…

La cumbia è una musica popolare, un canto e una danza di origine colombiana diffusa, oltre che in Colombia, anche in altri paesi del Sudamerica come Argentina, Cile e Perù. Tale danza di coppia è nata all’interno degli eventi relativi alla conquista spagnola, che ebbe inizio nel 1538 con la distruzione della popolazione dei Chibcha. La cumbia infatti discende dalla cumbiamba, una danza in circolo che gli indigeni, in epoca precoloniale, eseguivano a piedi nudi sulla sabbia, in riva al mare, attorno ad un grande falò. Il passaggio dalla cumbiamba (danza in circolo) alla cumbia (ballo di coppia) risale alla fase di superamento della schiavitù, quando interi gruppi di neri, mulatti e zambos organizzarono i propri villaggi sulle coste dell’Atlantico e del Pacifico.

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Empanadas chilenas: i gustosi fagottini con ripieno di carne o di formaggio chanco

Le empanadas sono una specialità di “street food” sudamericano diffusa in diversi paesi latini ma apprezzata principalmente in Cile e in Argentina dove si sono sviluppate le relative varianti. Le empanadas chilenas sono simili a dei fagottini di sfoglia conditi all’interno con carne o formaggio. Per quest’ultimo in Cile si utilizza il chanco, un formaggio tipico del posto. Mentre per quanto riguarda il ripieno di carne questo si caratterizza per gli abbinamenti arditi, che fondono dolce e salato, speziato e sapido. D’altronde nelle empanadas con ripieno di carne si fanno sentire le influenze più importanti per la cucina cilena, e cioè quella precolombiana, dove abbondano le spezie, e quella spagnola che premia la carne.

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Isola di Pasqua o Rapa Nui: l’isola famosa per i suoi enormi busti detti Moai

L’Isola di Pasqua, conosciuta anche come Rapa Nui (letteralmente “grande roccia”), è un’isola vulcanica dell’Oceano Pacifico meridionale appartenente al Cile. L’Isola di Pasqua è una delle isole abitate più isolate al mondo, basti pensare che dista dalle coste cilene ben 3600 Km. Il capoluogo Hanga Roa ospita poco più di 3000 abitanti, mentre le lingue ufficiali sono lo spagnolo ed il rapa nui. L’Isola di Pasqua è famosa praticamente in tutto il mondo per via dei suoi Moai, grandi busti, con dimensioni variabili tra 5 e 10 metri di altezza, che si trovano sparpagliati un po’ in tutta l’isola. Le statue sono tutte rivolte verso l’interno della stessa e potrebbero rappresentare capi tribù indigeni morti, secondo la credenza popolare infatti i Moai sono un punto di incontro tra il mondo dei vivi e quello dei morti. 

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Mapuche: il fiero popolo amerindo che affrontò con coraggio Inca e conquistadores…

I  Mapuche, termine composto dalle parole “che” (popolo) e “mapu” (della terra), sono un popolo amerindo originario del Cile centrale e meridionale e del sud dell’Argentina.  Il termine si usa per denominare l’etnia che comprende vari e diversi gruppi sociali che hanno in comune la lingua madre, il mapudungun, oltre ad una serie di usanze e rituali. I Mapuche sono il gruppo etnico più popoloso nel cono Sudamericano, nonché quello che più di tutti ha resistito all’assimilazione europea. In realtà questo fiero popolo, nella sua lunga storia, ancor prima di affrontare i conquistadores spagnoli dovette resistere anche a ripetuti tentativi d’attacco da parte del più grande e organizzato Impero Inca.

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Poncho: il soprabito che assomiglia ad un mantello che in Cile chiamano chamanto…

Il poncho è un soprabito simile ad un mantello realizzato in lana o comunque in una fibra tessile calda e resistente. Sostanzialmente si tratta di un unico grande pezzo quadrangolare di tessuto con una apertura nel centro per la testa e due aperture laterali per le braccia. Sebbene i poncho siano indossati in tutta l’America Latina, specialmente in Argentina, Cile e Perù, in Cile i locali indossano spesso il chamanto, un poncho reversibile, realizzato in lana o seta con una finitura a nastro. Tradizionalmente i poncho cileni festivi incorporano colori come grigio, marrone, rosso, nero e bianco.

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Santiago del Cile: la moderna metropoli ai piedi della Cordigliera delle Ande…

Santiago del Cile, o semplicemente Santiago, è la capitale e il centro urbano più importante del Cile. La città, situata sulle rive del fiume Mapocho, si trova al centro del bacino Santiago, una grande valle composta da terre fertilissime circondate da montagne, la Cordigliera delle Ande. Santiago del Cile ha visto negli ultimi due decenni un grande sviluppo tanto da diventare una delle città più moderne ed attrattive di tutto il Sudamerica. Basti pensare che il centro urbano si estende per circa 640 km² su un’area caratterizzata dalla presenza di numerose piazze, parchi e ampi viali. Tra le tante attrattive di Santiago vanno citate la Plaza de Armas (la piazza principale, in pieno centro storico, un luogo sempre affollato e ricco di vita, negozi e cultura), la Cattedrale di Santiago, il Palacio de La Moneda, il Parco metropolitano di Santiago e il Belvedere della Torre Costanera.

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Valparaíso : la “Valle Paradiso” famosa per le sue case colorate e i suoi graffiti…

Valparaíso (Valle Paradiso, in lingua spagnola) è il secondo porto del Cile e una rinomata località turistica – Patrimonio dell’Umanità dal 2003 – che dista poco meno di due ore di bus da Santiago. La città è nota per i graffiti che coprono buona parte delle mura delle case e dei palazzi e per i colori brillanti che la rendono una realtà piuttosto vivace, dove si respira l’autentica atmosfera cilena. La caratteristica delle case colorate sembra che risalga al XIX secolo, quando la popolazione del porto crebbe cosi rapidamente che non si faceva in tempo a decidere i nomi delle strade e a dare ordine all’urbanistica che già nascevano nuove costruzioni e nuove strade. Tutte le nuove case finirono così per essere dipinte con sgargianti colori in modo da poterle identificare facilmente in mancanza di altri riferimenti.

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